LA DONNA CHE RIDE

Primo Studio per spettacolo teatrale, condotto attraverso i processi creativi del Devised Theatret (lavoro collaborativo d’ improvvisazione di un ensemble performativo), dedicato al mondo femminile e alla poetica del clown.

DOMANDE SUL TEMA DELLA DONNA COME IMPULSO PER LA RICERCA

  • Che cos’é il femminile in me?
  • Come si esprime il femminile ?
  • Come viene bloccata o limitata la mia femminilità?
  • La relazione tra maschile e femminile in me: riconoscimento e collaborazione.
  • La relazione con il mio corpo femminile: i limiti interiori ed esteriori.

Il progetto si struttura in tre macro periodi:

1 – ACQUISIZIONE – confronto sulle tematiche di base del progetto attraverso il dialogo, le improvvisazioni e i feedback. Individuazione nuclei drammaturgici.

2 – SEDIMENTAZIONE – raccolta e cernita del materiale creativo. Approfondimento e individuazione testi di riferimento scelti come base d’ispirazione del progetto.

3 – CREAZIONE – elaborazione e costruzione scenico-drammaturgica dello spettacolo. Incontro con il pubblico.

Le improvvisazioni delle attrici e degli attori, avranno come animus-anima la poetica del fallimento del Clown Teatrale e del suo “modo di essere al mondo”.

Residenza artistica, Polistena (RC)

PERCHE’ CERCHIAMO NEL CORPO FEMMINILE LA POESIA DEL CLOWN?

La scelta della poetica che abita la figura archetipica del Clown sarà il terreno di ricerca per indagare le vie d’accesso al femminile e il suo potere espressivo. Il corpo femminile e l’essere femminile nella storia è sempre stato soggetto a controllo, giudizi e deformazioni. Lo sguardo del clown guida alla creazione delle condizioni per uno spazio nuovo, dove l’esagerazione dei limiti in contrasto con le restrizioni sociali e personali diventano la forza, l’impulso, l’energia, per trasformare il modo di guardare la realtà. La poetica del Clown per accettare, liberare e trasformare l’energia femminile.

“L’umorismo riesce a trasformare situazioni di conflitto interpersonale in occasioni in cui è possibile esplorare modalità comunicative alternative”

Marianella Sclavi

Residenza artistica, Polistena (RC)

con Audrey Chesseboeuf, Francesco Votano e Maria Grazia Bisurgi